Approccio Strategico. Sinossi

La terapia breve strategica ha orientato l'intervento terapeutico verso il rapido cambiamento delle configurazioni di realtà presentate dai clienti, evidenziando che, anche se i problemi e le sofferenze umane possono essere estremamente persistenti, complicate e sofferte, non necessariamente richiedono le soluzioni ugualmente prolungate nel tempo e complicate.
Le origini dell'approccio strategico risedono nelle antiche tradizioni ellenica della retorica dei sofisti e cinese dell'arte della stratagemma, ovvero le antiche arti di risolvere apparentemente irrisolvibili situazioni mediante l'uso di stratagemmi e modi di comunicare suggestivi e persuasori.
Attualmente la terapia breve strategica rappresenta la diretta evoluzione del ben noto modello di terapia breve della scuola di Palo Alto, approccio teorico e metodologico che ha ispirato da oltre 40 anni la formulazione di decine di modelli di terapia e che ha dimostrato la sua fertilità e efficacia applicativa nella sua applicazione a molti contesti ed in diverse culture (Watzlawick, Nardone, 1997). I testi fondamentali dell'approccio rimangono Pragmatica della comunicazione umana (Watzlawick-Beavin-Jackson, 1967), Change (Watzlawick-Weakland-Fisch, 1974), Le tattiche del cambiamento (Fisch-Weakland-Segal, 1982).
Prendendo le mosse da tale cornice teorica, Giorgio Nardone e Paul Watzlawick hanno sviluppato una modalità di intervento basata sulla costruzione di specifiche tattiche terapeutiche finalizzate al cambiamento di particolari configurazioni problematiche di realtà (Nardone-Watzlawick, 1990; Nardone, 1991).
Negli anni successivi la ricerca teorica ed operativa si è focalizzata sulla messa a punto di specifici protocolli di intervento per le forme di disagio raccontate con maggior frequenza da parte dell’utenza. Il primo grande lavoro di ricerca è stato rivolto a configurazioni legate ad azioni di tipo  fobico-ossessivo (utilizzando una impropria analogia si può fare riferimento ad  attacchi di panico, agorafobia, ossessioni compulsive e fissazioni ipocondriache). Tale ricerca, svoltasi nell'arco di 5 anni ha condotto alla formulazione di un modello di intervento composto di cinque differenti protocolli per le varianti delle configurazioni fobico-ossessive. L’87% dei 152 casi valutati si è risolto con esito positivo, con una durata media di 11 sedute.
Negli anni successivi, Andrea Fiorenza e Giorgio Nardone hanno formulato, sempre sulla base di una ricerca applicata ad un vasto numero di soggetti e situazioni, un modello di intervento strategico per i contesti educativi (Fiorenza-Nardone, 1995) e successivamente un modello di intervento per i così detti disordini alimentari (Nardone-Verbitz-Milanese, 1999).