Orestea

Eschilo


Orestea - Eschilo

458 a.C.

 

L’Orestea è la trilogia con cui Eschilo vinse gli agoni [1] tragici delle grandi Dionisie del 458 a.C. Composta dalle tre tragedie Agamennone, Coefore ed Eumenidi, racconta dell’assassinio di Agamennone da parte della moglie Clitemnestra, della vendetta del figlio Oreste, della sua fuga dalle Erinni, dee vendicatrici, e della sua redenzione finale ad opera del tribunale dell’Aeropago, con la trasformazione delle Erinni in Eumenidi.
La tragedia Agamennone si apre con l’avvistamento della sentinella, appostata da più di un anno, delle luci che annunciano il ritorno di Agamennone in patria. Ad attenderlo la moglie Clitemnestra che, con una memorabile antifrasi, si presenta come sposa fedele in trepida attesa del ritorno dal marito, per cui farà stendere un tappeto rosso, onore riservato agli dei e segno anticipatore del sangue che verrà versato di lì a poco. Agamennone fa il suo ingresso trionfale in Micene accompagnato dalla profetessa Clitemnestra, che presagisce immediatamente i nuovi orrori che si abbatteranno sulla già dilettosa casa di Atreo. Clitemnestra pone in atto immediatamente il suo piano di vendetta ed uccide il marito, proclamandosi dinnanzi al coro come strumento di giustizia, avendo vendicato la morte della figlia Ifegenia, sacrificata dal padre Agamennone per favorire la partenza delle navi per Ilio. Il coro maledice Clitemnestra ed Egisto, amante e complice di lei, che si proclama nuovo re di Micene.
Le Coefore sono le portatrici di libagioni che si recano presso la tomba di Agamennone su ordine di Clitemnestra che sconvolta da un sogno le aveva inviate ad offrire doni al defunto. Proprio di fronte alla tomba del padre si ritrovano i due fratelli, Elettra ed Oreste che, insieme, tramano l’uccisione della madre come vendetta dell’uccisione del padre. Sarà Oreste a compiere l’atto ferale e a subire così la vendetta delle Erinni, vendicatrici del matricidio.
Nella tragedia Eumenidi Oreste, inseguito dalle terribili Erinni, chiede aiuto a Zeus che lo convince a cercare rifugio presso il tempio della dea Atena ad Atene. La dea decide di sottoporre il caso a una giuria di dodici ateniesi, prefigurazione del futuro tribunale dell’Aeropago. Il verdetto finale è di sei a sei, così è necessario l’intervento della dea che, temendo la vendetta minacciata dalle Erinni su Atene, le convince a diventare Eumenidi, divinità della giustizia anziché della vendetta.

Note

[1] Concorsi teatrali, istituiti nel 534 a.c. da Pisistrato in occasione delle Grandi Dionisie, in cui venivano rappresentate tre tragedie ed un dramma satiresco. Gli agoni si svolgevano normalmente, poiché i Greci combattevano solo a fine primavera ed in estate, nel corso delle tre importanti feste in onore del dio Dioniso: piccole dionisie o rurali, che si svolgevano nel mese di Poseidone, cioè a dicembre - gennaio; lenee, attuate nel mese di Gamelione, cioè a gennaio – febbraio, così chiamate da Lenai, uno dei seguaci di Dioniso; grandi dionisie o urbane, della durata di sei giorni, tenute nel mese di Elafebolione, cioè a marzo – aprile.



a cura di Cristina Zanette


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